Monopoli, il prossimo mercoledì 1° luglio, ricorderà i 250 anni dalla Dedicazione della Basilica Cattedrale Maria SS.ma della Madia, completata nel 1770 nella versione dell’architettura tardo barocca. Un’occasione importante che prevede un programma celebrativo denso di appuntamenti, così come sono stati definiti da mons. Giuseppe Favale, Vescovo della Diocesi Conversano Monopoli, da don Peppino Cito, Parroco e Rettore del Santuario, dai suoi collaboratori, don Carlo Semeraro e don Gianni Grazioso, e dal Consiglio Pastorale.
Tante le iniziative per un anniversario preceduto da un triduo di preghiera e di eventi che si terranno in Cattedrale, a cominciare da sabato 27 giugno 2020, con la recita del Santo Rosario, alle 18.30, la Celebrazione eucaristica, nella XIII Domenica del Tempo Ordinario alle 19.00 e a seguire, alle ore 20.00, il Concerto tenuto dalla docente di Organo del Conservatorio di Monopoli, M° Margherita Sciddurlo.
Lunedì 29 e martedì 30 giugno, dopo la recita del Santo Rosario, alle 18.30, ci sarà la Celebrazione eucaristica alle 19.00, e a seguire due conferenze di approfondimento teologico sul valore del tempio e sul ruolo della comunità cristiana nel mondo di oggi, rispettivamente di don Mario Castellano (Direttore dell’Ufficio Liturgico Nazionale) sul tema “Un tempio per una Chiesa di pietre vive”, il 29 giugno, e del Prof. Don Vito Mignozzi (Preside della Facoltà Teologica Pugliese di Bari) sul tema “Un ospedale da campo: la comunità ecclesiale e la sua missione oggi”, il 30 giugno, entrambe alle ore 20.00, in Cattedrale.
Il 1° luglio sarà il Vescovo mons. Giuseppe Favale, alle ore 19.30, a presiedere la solenne concelebrazione nella Dedicazione, insieme a tutti i sacerdoti di Monopoli.
Giovedì 2 luglio, dopo la recita del Santo Rosario alle 18.30 e la Celebrazione eucaristica alle ore 19.00, il prof. Martino Cazzorla, Dirigente Scolastico del Polo Liceale “G. Galilei – M. Curie”, accompagnerà alcuni visitatori in un viaggio emozionale tra le opere e la storia della Cattedrale vista con gli occhi dei Padri che l’hanno voluta, costruita e custodita. Il primo “viaggio” partirà alle ore 20.45; il secondo viaggio alle ore 22.30 per concludersi a mezzanotte. Viaggio per massimo venticinque visitatori con prenotazione telefonica al numero 3343333108 di Fabrizio Piccinni. Viaggio serale, al buio, con la sola luce del proprio cellulare e distanziamento di sicurezza tra i partecipanti.
Mercoledì 8 luglio, alle ore 19.00 ci sarà la solenne Celebrazione eucaristica di Ringraziamento in memoria dei 250 anni di anniversario dell’Incoronazione dell’Icona della Madonna della Madia, avvenuta nello stesso giorno del 1770. Tutte le celebrazioni e gli eventi relativi alla Dedicazione avranno un numero di posti limitati, come previsto dai protocolli anti Covid-19. In questo senso sarà necessario per i fedeli e tutti gli interessati arrivare in anticipo, per poter accedere e trovare posto in chiesa.
Contestualmente saranno assicurate visite guidate gratuite presso la Cattedrale a cura dell’Associazione Culturale “Pietre Vive” nei giorni di martedì 30 giugno e giovedì 2 luglio, a partire dalle ore 17.30. Le visite saranno effettuate su prenotazione chiamando al numero 3342631998 per massimo quindici persone e con l’invito a osservare, anche in questo caso, tutte le norme previste dai protocolli anti Covid-19 da parte dei partecipanti.
Il Capitolo della Cattedrale in quel tempo era un’assemblea di presbiteri e religiosi, dotata di personalità giuridica e autorità normativa sui beni da esso amministrati. Un’assemblea che insieme all’allora Vescovo della Diocesi di Monopoli, dal 30 novembre 1738 al 15 agosto 1754, mons. Francesco Iorio, nativo di Procida, volle, con la posa della prima pietra, l’8 maggio 1742, dar vita alla Cattedrale che oggi festeggiamo.
Una chiesa in stile tardo barocco, con la ricchezza e la varietà delle forme, gli effetti scenografici e illusionistici, l’esaltazione della luce, del colore e del movimento, nello spazioso impianto a croce latina, con doppio transetto, cupola, tre navate, decorazioni con veri e finti marmi policromi e nella parte superiore l’icona venerata della miracolosa Madonna della Madia.
L’opera fu proseguita con il contributo dei canonici del Capitolo e del Vescovo, anch’egli di origine napoletana, mons. Ciro de Alteriis, dal 16 dicembre 1754 al 6 aprile 1761, e la dinastia dei Borboni da Re Carlo a suo figlio Re Ferdinando IV Pio Felice Augusto. Dopo ventotto anni di lavoro e grazie alla perseveranza dei canonici del Capitolo, la consacrazione della nuova Cattedrale avvenne solennemente per mano di mons.Giuseppe Cacace, Vescovo della Diocesi di Monopoli dal 31 maggio 1761 al 13 novembre 1778.
La Cattedrale barocca, che oggi vengono appositamente ad ammirare ogni giorno i fedeli e i turisti di ogni parte del mondo, fu costruita senza porre limiti alle risorse economiche, dai migliori maestri muratori e ingegneri di quel periodo storico, Michele Colangiuli di Acquaviva e Pietro Magarelli di Molfetta. I documenti capitolari custoditi nell’archivio diocesano riportano l’appassionato e controverso dibattito sulla possibilità di mantenere in piedi “l’antico tempio” o di costruirne dalle fondamenta uno nuovo.
Alla fine, ispirati dalla preghiera e dal dono dello Spirito Santo, visto il rischio di dover impiegare ingenti risorse per risistemare la Cattedrale romanica, ormai sempre più fatiscente, i canonici scelsero di costruire un nuovo tempio per rispondere all’incremento demografico della popolazione e quindi al bisogno di avere, a Monopoli, una chiesa grande. Anche l’anniversario dell’8 luglio con l’incoronazione in oro della sacra icona della Madonna e del Bambino, in quel periodo affidata all’antico orafo Bartolomeo Baroni, rievoca l’evento tenuto dal Vescovo monopolitano del tempo mons. Giuseppe Cacace, con la speciale indulgenza plenaria di Papa Clemente XIV.
I festeggiamenti per la Dedicazione si svolgono in continuità con la proclamazione di “Monopoli Civitas Mariae” sostenuta da mons. Giuseppe Favale e celebrata ufficialmente il 1° luglio 2017 con l’atto di affidamento della città di Monopoli a Maria, la proclamazione di un Decreto vescovile in piazza Vittorio Emanuele, il dono di una lapide commemorativa a memoria perpetua dell’appartenenza della città alla Madonna della Madia e la benedizione di un quadro nella sede del Comune.
Con questa iniziativa il Consiglio Pastorale e i presbiteri della Cattedrale sono onorati di poter accogliere dei relatori così illustri per approfondire e rivisitare le radici dell’identità ecclesiale che sta a fondamento della Basilica, nel nostro territorio diocesano e pugliese. Pertanto affidano alla Madonna della Madia il proprio ringraziamento per il valore prezioso di questo tempio con le riflessioni del Cardinale Giovanni Battista Montini, ora san Paolo VI: “voi non avete solo conservato, perché non si perda memoria dei tesori spirituali e artistici. Non vi siete accontentati di essere eredi, ma avete voluto essere continuatori. Come coloro che non guardano soltanto al passato ma mirano all’avvenire”.
Gli eventi di questa ricorrenza per la Basilica, vogliono anche essere un ricordo sentito e grato, alla memoria e nel rinnovato impegno pastorale di uno dei suoi più cari custodi, mons. Vincenzo Muolo, perché come egli diceva “questo tempio continui ad essere per le menti e i cuori la casa della Madre e della sacra icona di Maria SS. della Madia. Un luogo di elevazione dello spirito, spazio sacro dell’incontro tra Dio e l’uomo come una trascendenza che ci fa pregustare, anche in questa vita, l’anelito di infinito”.
L’importanza di questa iniziativa è sottolineata dall’attuale Rettore e Parroco, don Peppino Cito, che attualizza oggi profondamente l’invito di Dio, per la Casa della Madre, per “avere un tempio come punto di riferimento per il popolo dei fedeli che abita in questo territorio e per aprire uno spazio perché il divino sia riconosciuto e identificato, e l’umano sia consacrato come luogo di inabitazione divina. L’occasione è propizia perché l’idea del tempio possa continuare a purificarsi fino a che la comunità stessa diventi sempre meglio soggetto celebrativo, sicché la comunità dei fedeli, ospitata in un tempio di pietra, non si identifichi in esso ma con la sua vita evangelica ne diventi il sacramento”.
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